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Questioni Sociali

Un nuovo modo di fare economia

A Roma si è tenuto un incontro di esperti sociali ed economisti

La Sezione Questioni Sociali della Commissione per la Pastorale Sociale del CCEE ha tenuto il suo convegno dal 6 all’8 marzo 2025 a Roma sul tema “Un nuovo modo di fare economia”. Al termine dell’incontro, i partecipanti hanno rilasciato il seguente comunicato finale.

Comunicato Finale

UN NUOVO MODO DI FARE ECONOMIA

CCEE Sezione Questioni Sociali – Roma, 6-8 Marzo 2025

La Sezione per le Questioni Sociali del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) ha tenuto il suo convegno dal 6 all’8 marzo 2025 a Roma sul tema: “Un nuovo modo di fare economia”. Esperti in economia e dottrina sociale della Chiesa cattolica, insieme a rappresentanti delle Conferenze episcopali d’Europa, hanno discusso su come lo spirito del Vangelo, la Buona Novella sull’amore e la giustizia, possa ispirare un’economia mondiale più giusta a beneficio di tutti, specialmente dei più poveri.

La dottrina sociale della Chiesa cattolica sottolinea la legittimità della proprietà privata – che fornisce una sfera di libertà per l’individuo, per la famiglia e aumenta la produttività dei beni -, ma allo stesso tempo sostiene il principio della “destinazione universale dei beni”[1]. I beni della Terra dovrebbero servire al benessere di tutti, specialmente dei poveri, dei deboli, degli svantaggiati. La Chiesa cattolica sottolinea che il fine ultimo dell’economia non dovrebbe essere la massimizzazione del profitto, ma il bene comune, la realizzazione di ogni singola persona[2]. Pertanto i mercati – preservando la loro giusta, ma non assoluta autonomia – dovrebbero essere regolati secondo regole morali[3]. Gli stati dovrebbero sforzarsi di creare la piena occupazione[4].

Tuttavia, i regolamenti dell’economia mondiale odierna sono spesso molto lontane da questi principi. Come ha detto Papa Francesco: “Così come il comandamento ‘non uccidere’ stabilisce un limite chiaro per salvaguardare il valore della vita umana, oggi dobbiamo anche dire ‘non uccidere’ a un’economia di esclusione e disuguaglianza. Un’economia del genere uccide”[5].

I rappresentanti della Commissione CCEE invitano i decisori e ogni persona di buona volontà a mettere in pratica le ispirazioni del Vangelo nella realtà concreta dell’economia mondiale, della politica, delle leggi e della vita quotidiana. Chiediamo ai nostri fratelli e sorelle cristiani di diventare il sale della Terra anche nel campo della giustizia sociale, creando un’economia mondiale più giusta. Chiediamo in particolare ai paesi sviluppati, ai grandi proprietari e alle corporazioni di pagare l’“ipoteca sociale”[6] che è legata alle loro proprietà private e ai loro guadagni. Chiediamo ai parlamenti di ogni nazione e alle Nazioni Unite di mettere sempre di più in pratica i valori della giustizia e della solidarietà nelle loro legislazioni. Rendiamo la Terra un posto migliore per l’umanità nel suo insieme; specialmente per coloro che non hanno accesso all’acqua pulita, a un’alimentazione sufficiente, all’istruzione e all’assistenza sanitaria! Quando le nazioni e gli individui più sviluppati potranno farlo, le loro vite e le loro società diventeranno più umane, più piene e felici. L’umanità è una famiglia, siamo essenzialmente esseri sociali e possiamo essere felici solo insieme.

L’opzione per i poveri non è opzionale, non può essere delegata a organi speciali della Chiesa o della società. I pastori nella Chiesa devono accompagnare in modo pastorale gli agenti della vita economica, ma anche le loro comunità, per scoprire gli ostacoli che impediscono il loro sviluppo umano integrale. In questo sforzo pastorale devono ascoltarli, prima di tutto devono ascoltare i poveri, i sofferenti.

L’umanità dovrebbe rompere quelle “strutture di peccato” – per usare l’espressione di San Giovanni Paolo II – che portano alla disuguaglianza e all’esclusione. Tali strutture di peccato sono tra le altre l’imposizione fiscale ai paesi poveri, i paradisi fiscali o il monopolio di pochi nel campo dell’industria dell’alta tecnologia e della comunicazione.

Il profeta Isaia dice: “Il frutto della giustizia sarà la pace” (Is 32,17). Se desideriamo la pace, dobbiamo creare un mondo più giusto. L’Anno giubilare chiama l’umanità a costruire una nuova economia mondiale, un’economia solidale che serva realmente il benessere di tutti.

 

[1] Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 71. Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 176-178.

[2] Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 326-329.

[3] Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 349.

[4] Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 288.

[5] Papa Francesco, Evangelii Gaudium, 53.

[6] Papa Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, 42.

 

 

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