04.07.2017 – Europa: realtà plurale e appassionante

Europa: realtà plurale e appassionante

45° Incontro dei segretari generali delle conferenze episcopali d’Europa

Bucarest, Romania, 30 giugno – 3 luglio 2017

Vilnensis EN 400

L’Europa è oggi più che mai una realtà complessa. L’Europa “al plurale” include anche la necessità di affrontare insieme le sfide. Si sta imponendo una cultura pluralista fortemente marcata dal secolarismo e dall’individualismo. Nonostante ciò la volontà di condividere valori comuni, fondati nella Verità, insieme al desiderio di Dio crescono sempre più, specie tra le giovani generazioni.

La Chiesa Cattolica riconosce nel tempo presente un’opportunità perché possa vivere e testimoniare con rinnovato impegno la gioia del Vangelo di Gesù: quella di un Dio che per amore ha assunto la condizione di essere umano, assicurando all’uomo il suo sostegno anche nei momenti più difficili della sua storia. Nell’accompagnare il pluralismo europeo alla luce del messaggio cristiano, la Chiesa vuole testimoniare quest’amore di Dio per l’uomo.

L’incontro annuale dei Segretari Generali delle conferenze episcopali d’Europa si è svolto quest’anno a Bucarest, Romania, su invito della Conferenza Episcopale Rumena. Dieci anni dopo l’ingresso della Romania nell’Unione Europea e dieci anni dopo l’Assemblea Ecumenica Europea di Sibiu, che ha visto nel settembre 2007 riuniti oltre tremila rappresentanti di tutte le Chiese cristiane del continente, i segretari generali si sono incontrati nella capitale rumena per parlare de Il ruolo della Chiesa, in particolare delle conferenze episcopali, in un’Europa pluralista.

 

La pluralità in Europa

1) La pluralità culturale. Il fenomeno migratorio, una certa frattura culturale tra le generazioni, la crisi del sistema educativo, che un po’ ovunque non ha saputo curare la trasmissione dei valori che sostengono i rapporti sociali e la crisi delle istituzioni sono alcuni degli aspetti che testimoniano come l’Europa non è più una realtà omogenea. Per affrontare seriamente le sfide portate da questi fenomeni è necessario ridare un ruolo decisivo alla ragione. Se essa viene soppiantata dall’emozione, come spesso accade in quest’epoca della post-verità, la violenza dei linguaggi e degli atti diventa moneta corrente.

2) Il pluralismo economico. Nonostante qualche segnale di ripresa in Europa, la separazione tra ricchi e poveri cresce costantemente. Vi sono anche grandi differenze tra gli stessi paesi europei, tra città e zone rurali e tra le varie generazioni. Desta infatti particolare preoccupazione, il crescente numero di giovani disoccupati (fenomeno che in alcuni paesi può raggiungere numeri molto alti) così come il crescente numero di anziani che vivono in uno stato di indigenza. Se le ideologie passate, tese ad annullare la diversità delle persone avevano portato a regimi totalitari e violenti, la crescita della disuguaglianza economica tra persone e tra paesi porta a nuove tensioni preoccupanti. La solidarietà e la carità, insieme alla giustizia, non sono parole vuote, ma urgenze che la Chiesa non cessa di richiamare.

3) La pluralità politica. L’attuale salutare pluralità politico non riesce più oggi a esprimere in modo chiaro, visioni e modelli antropologici e di società. Da anni, in molti paesi europei, la frattura sociale tra cittadini e dirigenti politici è significata dal crescente astensionismo durante le elezioni. Il rinnovamento dell’agire politico passa attraverso politici e partiti che sappiano proporre politiche volte a tutelare la dignità umana e il bene comune.

4) Il pluralismo sociale e religioso. La diversità nell’accesso ai servizi, l’invecchiamento della popolazione e le difficoltà a vivere la differenza etnica o religiosa sono aspetti che mettono in evidenza la necessità di promuovere una “cultura della convivenza” che non trasformi la diversità in avversità, l’identità in isolamento. La sfida di rispettare le identità e le forme di appartenenza, anche di quella ecclesiale, è stato un tema molto dibattuto dai segretari generali.

5) Il ‘pluralismo’ ecclesiale. Anche in seno alla Chiesa, il pluralismo è una grande sfida. Come ricorda Papa Francesco, l’unità è poliedrica e anche nella Chiesa ci sono molti modi di vivere la fede. Se è necessaria una migliore gestione del dibattito interno alla comunità e testimoniare la comunione ecclesiale, è errato considerare la diversità di opinioni come un segno di divisione. Il vero dialogo cristiano è infatti ascolto libero e responsabile anche di opinioni contrastanti.

In tutte queste sfide, l’incarnazione è la chiave di lettura, e allo stesso tempo lo stile, attraverso i quali la Chiesa intende vivere nel contesto pluralista europeo e accompagnare l’uomo nelle sue fragilità e nelle sue giuste aspirazioni. Dio è sempre presente! Solo rimanendo fedeli a Gesù Cristo oggi e promuovendo i principi e valori espressi nella dottrina sociale della Chiesa, la Chiesa potrà rispondere alla sua missione di servire l’uomo. Solo se la Chiesa sarà libera da preconcetti, forme di strumentalizzazione e, a volte anche da leggi al limite del rispetto del diritto alla libertà religiosa, potrà compiere tale servizio, e portare il suo proprio e specifico contributo. Tale prospettiva appare oggi particolarmente difficile per la tendenza di separare la fede dalla ragione e di relegare sempre di più la religione alla sola sfera privata dell’esistenza umana.  Per questo appare necessario ampliare i luoghi del dibattito pubblico, ricordando ai cristiani innanzitutto l’esercizio del valore della prudentia christiana e la necessità di difendere la vita e la dignità di ogni persona ad ogni costo.

 

Passione per l’Europa

A Bucarest, i segretari generali hanno anche discusso su alcune questioni di attualità, quali la pastorale della famiglia, quella dei migranti, la preparazione delle conferenze episcopali al prossimo Sinodo sui giovani, la tutela dei bambini nella Chiesa, il dialogo con i musulmani e, per finire, il dialogo ecumenico. I lavori hanno visto anche la presentazione dei rapporti annuali del CCEE, della Comece e alcuni aggiornamenti sulle attività delle Istituzioni Europee. Al riguardo, e a varie riprese è stata ricordata la passione della Chiesa per l’Europa, e l’impegno ad essere una voce profetica e critica quando ideologie e interessi privati si sovrappongono al bene comune e al rispetto di una sana diversità.

Nel corso dei lavori sono intervenuti l’Arcivescovo Metropolita latino di Bucarest, S.E. Mons. Ioan Robu, il Vescovo greco-cattolico della capitale, S.E. Mons. Mihai Frațilă, il Nunzio Apostolico per la Romania e la Repubblica Moldova, S.E. Mons. Miguel Maury Buendía, e il rappresentante della Chiesa Ortodossa Rumena, il reverendo Padre Constantin Preda che ha portato il saluto del Patriarca Daniel di Romania.  

Il Prof. Daniel Barbu, docente presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bucarest, ha proposto ai partecipanti una riflessione sulla cultura europea e la realtà della Chiesa.

Sabato 1° luglio, i segretari generali hanno partecipato a una veglia di preghiera con i giovani nella parrocchia di Santa Maria Regina di Cioplea-Bucarest.

Domenica 2 luglio, dopo la celebrazione della Santa Messa nella cattedrale latina di Bucarest, presieduta da S.E. Mons. Ioan Robu, i segretari generali hanno voluto conoscere altri luoghi concreti della storia passata e recente della comunità cattolica locale, visitando la cattedrale greco-cattolica della città, la Prigione Jilava – luogo di martirio del beato Vladimir Ghika e di altri testimoni della fede sotto il regime comunista – due opere di carità, le case d’accoglienza per bambini, l’una a Singureni e l’altra a Voluntari, per finire con la visita ad una chiesa in costruzione per la comunità cattolica a sud di Bucarest.

Visitando la cattedrale di Bucarest, i segretari generali hanno potuto constatare con grande rammarico che la sentenza del 23 gennaio 2013 della Corte d’Appello di Ploiesti, attraverso la quale veniva richiesto al sindaco di Bucarest di avviare, condurre e seguire tutti i lavori di demolizione del colosso Cathedral Plaza e di ripristinare lo spazio secondo la sua precedente destinazione (parco pubblico) non è stato eseguito.

Quella dell’immobile definito “Cathedral Plaza” è una vicenda dolorosa che vede coinvolti molti attori. La sua costruzione, che ha intaccato la stabilità della stessa cattedrale cattolica, è stata sin dall’inizio osteggiata dalla Chiesa cattolica. L’inadempimento della sentenza summenzionata testimonia il clima di sospetto sullo Stato di Diritto che vuole essere la Romania.

I segretari generali delle conferenze episcopali hanno vissuto l’incontro annuale in un ambiente di grande fraternità e hanno ringraziato Don Francisc Ungureanu, Segretario Generale della Conferenza Episcopale della Romania che, insieme a un gruppo di giovani volontari, ha saputo favorire un ambiente di grande fraternità, preghiera e profondità nei dibattiti.

L’incontro 2018 si svolgerà a Cipro dal 29 giugno al 2 luglio su invito di S.E. Mons. Youssef Soueif, Arcivescovo Maronita di Cipro.

 

Il comunicato stampa è disponibile in Tedesco, Inglese, FranceseItaliano e Rumeno.