Seminario CCEE-SECAM

Il significato della globalizzazione per la Chiesa e le Culture in Europa e in Africa

Comunicato dei partecipanti

Riuniti a Fatima dal 12 al 15 aprile 2018, le delegazioni dei Vescovi africani (SECAM) e dei Vescovi europei (CCEE) hanno discusso il tema attuale e importante del significato della globalizzazione per la Chiesa e le Culture in Europa e in Africa.

I vescovi hanno indirizzato un grato pensiero al Santo Padre Francesco per il suo Magistero e la testimonianza del suo universale servizio. Per la sua persona hanno elevato alla Madonna di Fatima una fervida preghiera.

La Chiesa Cattolica, essendo universale, ricca della sua esperienza bimillenaria e della sua esistenza nel mondo intero, si presenta come testimone ed esperta dello sviluppo della persona umana e dell’intera umanità.

La globalizzazione è un processo dinamico, polivalente e tocca tutti gli ambiti della vita individuale, famigliare e sociale, incluse l’economia, la politica, la cultura e la religione.
Essa è ambivalente. Da una parte offre solidarietà tra nazioni e popoli; può servire la giustizia e la pace; può fare condividere le ricchezze spirituali e materiali a livello locale e mondiale; può propagare idee e valori nobili e costruttivi.
Dall’altra parte, la globalizzazione, quando segnata dal peccato così come oggi spesso si presenta, tende a provocare un profondo divario tra ricchi e poveri, tra potenti e deboli; rinforza la lotta per il potere, per il profitto crescente e l’edonismo; distrugge l’eredità dell’alta cultura, della spiritualità e della dignità umana innescando una decostruzione delle fondamenta dell’esistenza come il diritto incondizionato alla vita (aborto, eutanasia, eugenismo…). In alcune aree del mondo si constata che una certa post-modernità irrazionale porta addirittura all’animalizzazione dell’umano e all’umanizzazione dell’animale.

Emerge qui l’importanza decisiva del culto: il culto a Dio si attua nella relazione dell’uomo con il Principio e la Fine della storia e dell’universo intero. E’ grazie al rapporto con Dio che l’uomo trova il senso ultimo del proprio cammino terreno, cammino che diventa, così, un pellegrinaggio verso la Fine: questa non è dissoluzione ma Compimento e Pienezza. Nel culto, l’uomo trova – insieme al senso – anche la direzione morale, la strada del vivere nel Bene e quindi del vivere bene, della vita buona. Senza l’aggancio a Dio, l’uomo – e la cultura che ne consegue – resta prigioniero del tempo, dell’immanenza: la cultura è esposta a ciò che è relativo, soggetta a cambiamenti continui.

Tanto la moltiplicazione dei conflitti armati, quanto il dramma dei profughi e dei migranti, sono frutti amari anche della globalizzazione. La Chiesa chiede il rispetto della creazione, dell’ecologia umana, dell’umanesimo integrale, dell’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio e dotato di una dignità intrinseca.

Lo scopo distruttivo di certe ideologie è evidente: l’erotizzazione della società, il pan-sessualismo e la teoria del gender minacciano l’istituzione del matrimonio e della famiglia. Ne consegue una società sempre più atomizzata priva di relazioni durature e che condanna ognuno alla solitudine. La gioventù è la prima vittima di queste proposte perniciose, ma con grande speranza guardiamo al prossimo Sinodo. Tali ideologie pesano fortemente sulla loro vita futura che dovrebbe essere invece basata sulla fedeltà e il rispetto tra gli sposi e tutti i membri della comunità familiare. Gli aspetti negativi della globalizzazione esigono una vigilanza attiva e coraggiosa dei sacerdoti, delle persone consacrate, dei laici, di tutti i credenti e delle persone di buona volontà.

Un compito delicato spetta ai Vescovi come pastori e successori degli Apostoli. I Vescovi africani ed europei qui presenti indirizzano un appello pressante per un’azione efficace in sostegno delle famiglie nel loro impegno educativo. E in quest’accompagnamento delle famiglie è necessario promuovere tanto il contatto personale quanto il buon uso dei mezzi di comunicazione. Senza dimenticare che la difesa dei poveri, malati, marginalizzati e deboli, non è facoltativa ma imperativa.

I Vescovi, che rappresentano l’Africa e l’Europa, rinnovano la dedizione per le loro Comunità e per i loro Continenti. Invocano da Dio il dono della pace per il mondo, in particolare per molte zone dove i conflitti si prolungano o si intensificano.

Mentre ringraziamo la Diocesi di Leiria-Fatima e il Santuario per l’accoglienza di questi giorni, affidiamo alla Madonna l’impegno nostro, dei nostri sacerdoti e delle comunità cristiane, per annunciare il Vangelo e così essere lievito di gioia e di fiducia per tutti. Sentiamo pressante il nostro dovere di animare ogni processo umano verso la sua pienezza che si trova in Gesù Cristo.

Altre informazioni (Programma, Fotografie…) sono disponibili qui.

Il comunicato stampa è disponibile in Croato, Inglese, Francese, Tedesco, Italiano and Portoghese.