Simposio europeo sui giovani

Alzati! Cristo ti chiama. Christus Vivit in Europa

20-23 ottobre, Santuario San Giovanni Paolo II a Cracovia

Si è tenuto dal 20 al 23 ottobre a Cracovia il Simposio sui Giovani organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, dal titolo “Alzati! Cristo ti chiama. Christus Vivit in Europa”.

160 delegati, provenienti da 30 paesi europei, si sono dati appuntamento al Santuario San Giovanni Paolo II di Cracovia, a sei anni dall’ultimo simposio che aveva preparato al Sinodo dei giovani del 2018. L’incontro ha guardato alle situazioni dei giovani europei di Est, Sud e Ovest, al loro rapporto con la Chiesa e al loro impegno, che in alcuni casi si è tradotto in una vocazione religiosa, e ha analizzato diverse buone pratiche.

Il Simposio era inizialmente previsto nel 2020, nel centenario della nascita di San Giovanni Paolo II. È stato rinviato di due anni a causa della pandemia, arrivando così a ridosso dell’appuntamento della Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona 2023. La presenza di San Giovanni Paolo II, così come quella della devozione alla Divina Misericordia che il Papa santo cominciò a sperimentare proprio a Cracovia, sono state parte integrante dell’esperienza del simposio.

Nella sua introduzione, l’arcivescovo Gintaras Grušas di Vilnius, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, ha sottolineato che i vescovi hanno a cuore “il presente e il futuro dei giovani. Vogliamo lavorare con loro, ascoltare le loro esperienze, conoscere le loro esperienze vive, comprendere i problemi che incontrano nelle loro vite quotidiane”.
Il presidente del CCEE non ha mancato di ricordare il “delicato momento” che si vive in Europa, per via della guerra in Ucraina scoppiata proprio mentre “il COVID stava allentando la sua presa”.
“Eravamo convinti – ha detto l’arcivescovo Grušas – che non ci sarebbero più state guerre in Europa, che ne avremmo solo letto sui libri di storia. Eppure, ancora una volta, la seduzione del potere e dell’avidità di alcuni ha portato alla guerra”.

L’arcivescovo ha ricordato come già a fine 2021 Lituania, Lettonia e Polonia erano stati oggetto di “una sorta di guerra ibrida” con migranti mossi in massa sui confini della Bielorussia verso i tre Stati e usati come “scudi umani per destabilizzare quella regione e ricattare la comunità europea”.
Quindi, nel 2022, c’è stata l’invasione dell’Ucraina, cui ha fatto seguito la crisi energetica, che sta mettendo in ginocchi le famiglie.
I vescovi europei, ha detto il presidente del CCEE, continueranno ad unire la loro voce a quella del Papa per la cessazione del conflitto. Molti vescovi, tra cui lo stesso arcivescovo Grušas, sono stati in Ucraina a portare solidarietà e a pregare per la pace. Nel giorno dell’Esaltazione della Croce, il CCEE ha chiesto di fare una adorazione eucaristica per chiedere la pace per l’Ucraina.

I lavori di questo simposio, ha spiegato l’arcivescovo Grušas, traggono ispirazione dal Sinodo dei giovani, e dall’esortazione post-sinodale Christus Vivit, e che il percorso tracciato da questi due eventi “non può considerarsi concluso, ma è piuttosto un punto di partenza di un nuovo percorso sinodale”.

L’arcivescovo Marek Jędraszewski di Cracovia, nel suo saluto iniziale, ha ricordato che il motto stesso del simposio, proveniente da un brano del Vangelo, porta a tre conclusioni: “che dobbiamo innanzitutto gridare a Gesù con fiducia, vedendo solo in Lui la nostra salvezza”; che “dobbiamo avere fiducia che Egli ci ascolterà e sarà disposto a impegnarsi in un dialogo salvifico con noi”; e che “dobbiamo avere sostegno per questa speranza in altri membri della Chiesa”.
Inoltre, ha aggiunto l’arcivescovo di Cracovia, “dobbiamo fare un’esperienza quotidiana di fede che ci guarisca e ci permetta di seguire fedelmente Cristo oggi. In tempi davvero difficili: l’era della post-verità, la dura ripresa dalla pandemia da coronavirus e, soprattutto, la crudele guerra iniziata appena oltre il nostro confine orientale dalla Russia che ha attaccato l’Ucraina”.
Infine, l’arcivescovo Jędraszewski ha sottolineato che “il nostro confronto spirituale con le sfide dei tempi moderni deve essere allo stesso tempo la preparazione più fruttuosa per la Giornata Mondiale della Gioventù del prossimo anno, che si terrà a Lisbona, sotto il segno di Maria che si alzò e andò in fretta (Luca 1, 39)”.