Assemblea plenaria/3

Cardinale Grech e il ruolo del vescovo in una Chiesa sinodale

Una relazione nella seconda sessione dei lavori

Nella seconda sessione di lavori dell’Assemblea Plenaria del CCEE, il Cardinale Mario Grech, segretario del Sinodo, ha tenuto una relazione sul processo sinodale e su come la sinodalità si applica al carisma episcopale.

La sessione è parte dell’Assemblea Plenaria del Consiglio delle Conferenze Episcopali di Europa, che si tiene a Malta dal 27 al 30 novembre. Tema della plenaria è “Nuovi passi per una Chiesa sinodale in Europa”.

Nella sua relazione, il Cardinale Grech s si è soffermato in particolare sul ministero episcopale nella relazione di sintesi della prima sessione del Sinodo, che si è tenuta ad ottobre 2023, e ha sottolineato che questo tema “risulta ricco e complesso”.

Secondo il Cardinale, “una Chiesa sinodale non si contrappone a una Chiesa gerarchica, non mette in discussione il ministero ordinato, men che meno la struttura gerarchica della Chiesa”, ma piuttosto chiede “di sviluppare un altro profilo del ministero episcopale, una modalità diversa di esercizio, corrispondente al modello sinodale di Chiesa che va emergendo”.

Come allora ripensare il ministero del vescovo in chiave sinodale? Il Cardinale Grech nota che Papa Francesco ha trasformato il Sinodo da evento a processo, e dunque il ministero del vescovo si deve definire in vari livelli del processo sinodale.

Nella prima fase, la partecipazione del popolo di Dio. I vescovi hanno un ruolo “importante e imprescindibile”. Se – spiega il Cardinale – “spetta al vescovo di Roma chiamare la Chiesa tutta all’azione sinodale”, spetta invece “al Vescovo avviare il processo sinodale nella sua Chiesa, in ragione della potestà propria, ordinaria e immediata che egli esercita in nome di Cristo sulla portio Populi Dei a lui affidata”.  Al vescovo è dunque affidata la richiesta di consultare la sua Chiesa.

Il vescovo poi – continua il Cardinale Grech – ha un ministero che “non si esaurisce a livello di Chiesa particolare”, ma si estende anche nelle Conferenze Episcopali e a livello continentale.

Per quanto riguarda il primo livello, il Cardinale nota che le Conferenze episcopali sono state chiamate a “offrire una sintesi dei contributi diocesani da inoltrare alla Segreteria del Sinodo”, e queste sintesi sono da considerare “un atto di vero discernimento episcopale”.

Infine, c’è il livello delle assemblee continentali, le quali “hanno mostrato come sia possibile un discernimento ecclesiale fondato sul reciproco ascolto di Pastori e fratelli e sorelle del Popolo di Dio – laiche e laici, consacrate e consacrati, presbiteri e diaconi – che hanno partecipato attivamente al processo sinodale. L’esperienza così positiva di quella forma di discernimento ecclesiale ha aperto la strada alla possibilità di configurare canonicamente le Assemblee continentali”.

Secondo il Cardinale Grech il ruolo dei vescovi resta centrale anche di fronte alla “scelta di ammettere all’Assemblea Generale del Sinodo, con diritto di parola e di voto, membri non Vescovi, che avrebbero compromesso il carattere episcopale dell’Assemblea, trasformandola in un’Assemblea ecclesiale”.

Tuttavia, osserva il Cardinale, i membri non vescovi e laici hanno presenziato come testimoni di un cammino sinodale che “aveva coinvolto tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa”, e questa presenza continuerà anche nella terza sessione dell’assemblea, quella della ricezione delle conclusioni del Sinodo. I documenti sinodali saranno restituiti al vescovo, il quale sarà “chiamato a garantire la circolarità tra Chiese particolari e Chiesa universale”.

Conclude il Cardinale: “Entrare in questo dinamismo sinodale significa scoprire le forme di esercizio di un ministero episcopale in chiave sinodale e dare finalmente volto al Vescovo sinodale. Ne guadagnerà la Chiesa tutta e ogni singola Chiesa; ogni Vescovo e il Collegio; il ministero episcopale e il ministero petrino, che nel processo sinodale può finalmente «trovare una forma di esercizio del primato che, senza rinunciare in nessun modo all’essenziale della sua missione, si apra a una situazione nuova» (UUS 95)”.

In allegato, il testo completo del Card. Grech.

Foto: Archdiocese of Malta – Ian Noel Pace