Domani è la Giornata della Terra, una ricorrenza che ormai si celebra dal 1970 ma che, solo in questi ultimi anni, sta assumendo dimensioni sempre più consistenti, complice anche l’attuale crisi della pandemia prima ed ora della guerra in Ucraina, eco assordante delle tante guerre che ancora si combattono in diverse parti del globo.
Abbiamo ancora molto da riflettere sul valore della vita se sembra lontana una seria presa di coscienza di quanto sia importante investire sulla “qualità del vivere” e non cercare solo di “sopravvivere”.
E sembra pure che neanche gli appelli e le parole che in questi ultimi anni si sono spese per richiamare alla comune responsabilità nei confronti della casa comune stiano sortendo l’effetto desiderato, almeno nei grandi sistemi che, pur impegnandosi a siglare accordi, stimano date tanto lontane per la realizzazione di veri salti di qualità.
Ma forse c’è una via d’uscita che non ha bisogno di rallentare il passo per attendere le decisioni dei grandi della terra: è la via “dal basso”, quella che ciascuno di noi può impegnarsi ad imbroccare con facilità e poco sforzo, mettendo in atto tutti quegli accorgimenti che, se adottati, possono davvero fare la differenza.
Stimolate dall’Enciclica “Laudato si” di papa Francesco, anche le comunità ecclesiali sono attive in questa direzione e dedicano il mese di settembre all’annuale sensibilizzazione a questa tematica. Oggi, però, è importante chiederci: può esistere impegno della casa comune se la famiglia umana è dilaniata dall’orrore della guerra?
Perciò l’impegno a favore della salvaguardia dell’ambiente deve poter andare di pari passo con un’accresciuta sensibilità e responsabilità per la pace, non tanto come assenza di guerra, ma come atteggiamento personale interiore che deve investire tutti gli ambiti della vita umana.
La pace che il Cristo dona ai suoi la sera di Pasqua trovi spazi reali di concretizzazione nella vita di ciascuno di noi e il Risorto benedica gli sforzi di tutti, credenti e non credenti, per la realizzazione di una “ecologia integrale” che salvi l’uomo da se stesso.
+ Angelo Massafra OFM
Arcivescovo Metropolita di Scutari-Pult
Responsabile della Sezione Salvaguardia del Creato del CCEE