Europa

Giornate Sociali Europee, un nuovo impegno della Chiesa radicato nella fede

Si è conclusa a Bratislava la terza edizione

Concludendo le Giornate Sociali Europee, l’arcivescovo Gintaras Grušas, presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, ha sottolineato che la Chiesa deve portare avanti il suo impegno sociale evitando il rischio di diventare una ONG, perché tutte le questioni moderne vanno affrontate a partire dalla nostra relazione con Dio.

Dal canto suo, il Cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della Commissione delle Conferenze Episcopali Europee, ha posto l’accento sul percorso sinodale cui sono chiamati anche i popoli europei, mentre l’arcivescovo Stanislav Zvolenský di Bratislava ha sottolineato che solidarietà, sussidiarietà e giustizia sociale devono essere sviluppati non solo nel mondo fisico, ma anche in quello digitale.

Con queste tre dichiarazioni, si è conclusa la III edizione delle Giornate Sociali Europee. La prossima si terrà tra cinque anni, nel 2027, e già sono aperte le candidature per essere la prossima sede della manifestazione. Organizzate da CCEE e COMECE, le giornate sono una occasione per riflettere sulle sfide sociali dell’Europa, rappresentate quest’anno dai temi della transizione digitale, ecologica e demografica.

Sfide importanti, ha sottolineato l’arcivescovo Grušas, che non possono essere assunte semplicemente “adottando le agende di altri, diventando solo una altra ONG che lavora per la famiglia, l’eguaglianza economica o digitale o un ambiente auto sostenibile”.

Non possiamo, ha detto il presidente del CCEE, diventare “meramente uno strumento di programmi governativi in cerca di raggiungere obiettivi per quanto preziosi”, perché “il momento in cui perdiamo la nostra identità come Chiesa, Popolo di Dio nel suo percorso verso il Regno dei Cieli, abbiamo perso tutto, anche se riusciamo a salvare l’umanità e il pianeta che ora chiamiamo nostra casa”.

E così, “i problemi che affrontiamo a un livello meramente umano possono rischiare di rubare la nostra speranza, che deve essere sempre radicata in Gesù Cristo e non nei nostri successi o fallimenti umani in ogni aree”. Sono sfide – ha concluso l’arcivescovo – che “devono essere affrontate insieme, dato che vengono dalla nostra relazione con Dio ed è da questa prospettiva che dobbiamo lavorare per giustizia, pace, solidarietà e fraternità con i nostri fratelli e sorelle nella famiglia dell’umanità”.

Il Cardinale Hollerich, che è anche relatore generale del Sinodo, ha sottolineato che “in questo momento epocale, è cruciale riconnetterci con la profonda identità e storia europea e di riscoprire i sogni che hanno ispirato i padri fondatori europei”, e che “come cristiani dobbiamo porre la persona umana e la sua dignità al cuore della riflessione europea”.

In questo, è cruciale l’ascolto cui ci porta il cammino sinodale verso il sinodo sulla sinodalità, che coinvolge anche le Chiese europee e di cui il Cardinale Hollerich è relatore generale. “Se davvero camminiamo insieme – ha detto il Cardinale – la Chiesa del terzo millennio deve includere tutti i cattolici in questa riflessione in comunione con il Papa e i vescovi”.

L’arcivescovo Zvolenský ha invece evidenziato come questi giorni “sono andati oltre le aspettative e ci hanno portato una volta di più oltre il significato dell’incontro internazionale”, permettendo di vedere tutte le sfide discusse in un “contesto più ampio”.

L’arcivescovo di Bratislava ha detto anche che “possiamo vedere con chiarezza come i valori della famiglia possono essere affidabili in questa crisi, e quanto importante sono i loro legami”. Riferendosi alla guerra in Ucraina, tema presente in tutte le riflessioni, l’arcivescovo Zvolenský ha sottolineato come possiamo vedere che “i frutti della solidarietà cristiana, sussidiarietà e giustizia sociale non hanno meno importanza, ma hanno invece bisogno di essere coltivati”.

Sul sito ufficiale dell’evento si. possono scaricare programma, interventi, contributi, video e foto: www.catholicsocialdays.eu